sabato 2 febbraio 2013

Lo scalda pene in lana fa la fortuna di una sarta croata

 
Una sarta croata che si è messa a produrre una serie di scalda pene in lana è praticamente diventata ricca grazie a questo oggetto, interamente fatto a mano e su misura. Lo scalda pene fa parte di un'antica tradizione croata che vedeva pastori e cavalieri usare questi ''indumenti intimi" per difendersi dal freddo pungente. La sua idea ha avuto un'eco internazionale tanto che non riesce più a stare dietro agli ordini. Radmila ha detto di volerne regalare uno anche al Presidente Barack Obama.

Donna beve la sua pipì da quattro anni: "Sa di champagne" ahahahah!! da non credere

Carrie da quattro anni beve quotidianamente la sua urina, tutta quella che produce. Ha raccontato di avere assaggiato la sua pipì per caso e poi deciso di continuare. Con la pipì si lava anche i denti, la utilizza come lozione per il corpo e con un beccuccio la inserisce anche negli occhi. Per chi volesse provare Carrie ha dato anche qualche dettaglio sul sapore: "A volte è salato, ma il gusto in genere sa di champagne".

Asilo mette una tariffa sugli abbracci ai bambini da parte delle maestre



se-volete-che-le-maestre-abbraccino-Volete che vostro figlio sia coccolato? Pagate. Un asilo ha introdotto un supplemento di costo per un servizio “aggiuntivo”: gli abbracci delle maestre ai bambini. Facili da immaginare le vibranti proteste dei genitori, secondo i quali non è giusto che vi sia un trattamento diversificato tra i piccoli, tanto più che il servizio è pubblicizzato dicendo che gli abbracci sono importanti per mettere di buon umore i bambini, e ne aumenta la fiducia in sé stessi.

I genitori dei bambini iscritti ad un asilo di Yangzhou, nell’est della Cina, si sono non poco irritati quando hanno ricevuto una comunicazione della scuola che chiedeva loro di pagare una tariffa aggiuntiva di 80 yuan (circa 10 euro) al mese se volevano che le maestre abbracciassero i loro figli, in particolare all’arrivo e all’uscita da scuola.

Rabbia che non ha fatto che aumentare quando i responsabili della scuola hanno spiegato che il loro era un esperimento per dimostrare gli effetti degli abbracci sull’autostima, felicità e capacità di apprendimento dei bambini.

Alla fine sono intervenute le autorità scolastiche, che hanno richiamato la scuola imponendo l’interruzione del “servizio di abbracci”, e anche la restituzione del denaro alle famiglie che avevano pagato il servizio.
Fonte: Le news più strane

 

Contadino cinese costruisce auto a vento..

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Altro che auto ad aria compressa. Un contadino cinese ha realizzato un’auto che va a vento. Non solo: ha anche prestazioni di tutto rispetto, essendo in grado di raggiungere una velocità di quasi 140 km/h.
Il 55enne Tang Zhengping ha costruito l’auto in circa tre mesi di lavoro nel suo garage: l’uomo racconto di essere stato appassionato di elettronica da quando era piccolo. Inoltre, l’energia eolica è in grande evoluzione in Cina: praticamente ignorata qualche anno fa, nel 2011 la Cina è stato il paese che ha messo in operatività più turbine, investendo quasi 35 miliardi di euro.
Secondo quanto spiega Tang, il veicolo funziona a batteria ed è dotato di un generatore elettrico attivato da una ventola sul muso del veicolo, che viene fatta girare dal vento. Inoltre il veicolo è dotato di “ali ad energia solare” sul posteriore, che sono dotate di pannelli solari in grado anch’essi di ricaricare le batterie del veicolo. Questi sistemi permetterebbero di dovere ricorrere in misura limitata alla ricarica tramite la rete elettrica.
Specialisti e tecnici però guardano all’invenzione di Tang più come una curiosità che altro: infatti, generare energia con una ventola posizionata in questo modo appare sostanzialmente inutile, perché il maggiore sforzo che deve fare il motore per la resistenza creata dalla ventola è maggiore dell’energia che viene generata dalla ventola stessa: eventuali risultati (apparenti o reali ) ottenuti in questo modo sarebbero da attribuire probabilmente alla estrema inefficienza aerodinamica del veicolo. Peccato.

giovedì 31 gennaio 2013

Chiama la polizia per un ladro in casa ma é l'amante della moglie

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Ha chiamato il 113 chiedendo alla polizia di intervenire subito a casa sua per la presenza di un ladro. Gli agenti si sono precipitati nell'appartamento di un professore universitario, in pieno centro a Pavia, ma invece del ladro hanno trovato nascosto un uomo seminudo e spaventato. Tra l'imbarazzo generale, tutti i presenti hanno capito che non si trattava di un malvivente, ma dell'amante della moglie del professore.

La storia che ha messo in subbuglio l'università di Pavia, una delle più antiche e prestigiose d'Italia, perché i protagonisti sono due docenti e un assistente dell'ateneo. In città e nell'ambiente accademico è cominciata la caccia ai nomi. Ma per il momento di noto e confermato c'è solo il rapporto dei poliziotti che non hanno potuto fare a meno di stendere la relazione del loro intervento. 
Sono le 8 del mattino quando il docente esce da casa, per recarsi all'Università. La moglie, pure lei docente, resta a letto. Quel giorno non ha nè corsi nè esami. Il professor si incammina verso l'ateneo ma dopo qualche centinaio di metri si accorge di aver dimenticato qualcosa a casa, pare le chiavi della sua scrivania. Non è neppure passata mezz'ora e, convinto che la moglie stia ancora dormendo, rientra silenziosamente. Nel buio vede un'ombra furtiva nel corridoio. La sagoma cerca una via di fuga, ma l'accesso verso la porta di casa è sbarrato dal docente. Allora si infila in una stanza e si chiude a chiave.

Con il cellulare in mano digitando il 113, il professore corre preoccupato in camera da letto, ma la moglie sembra tranquillamente addormentata. La volante nel frattempo è arrivata. I poliziotti salgono in casa, intimano all'intruso di uscire dalla stanza in cui si è rifugiato. Ed ecco la sorpresa: il ladro è un assistente che il docente conosce bene. Pare anche sia seminudo e questo particolare non lascia più dubbi. Si è alzata anche la donna, l'atmosfera è talmente turbata, i volti così pallidi che nessuno sa dove guardare. "Vi prego di scusarmi", dice il docente ai poliziotti. Gli agenti fanno il loro lavoro, prendono le generalità di tutti ed escono. Nella relazione accennano semplicemente ad un equivoco, un falso allarme insomma. Quello che si sono detti dopo marito e moglie non è più materia da verbale di polizia. 

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