L’amore ai tempi di Facebook è rapido, veloce e soprattutto pronto a tutto. Lo dimostra la storia di Anderson Cerqueira e Janete do Santos, due ragazzi brasiliani che sul social network di Zuckeberg si sono conosciuti, innamorati e poi sposati. Fin qui nulla di eccezionale se non fosse che dopo nove mesi a coronamento del loro amore è nato un bellissimo bambino di 3 chilogrammi al quale è stato messo nientedimeno che il nome di “Facebookson”, alla lettera “figlio di Facebook".
Un omaggio alla piazza “virtuale” che ha reso possibile il magico incontro, certo, ma anche una fotografia reale delle relazioni ai tempi dei social network. “Internet per noi è stato uno strumento meraviglioso - spiega adesso il giovane neopapà di professore motoboy mentre contempla estasiato il bambino e la moglie - il minimo che potessimo fare era chiamarlo così”.
E a chi gli chiede se è consapevole di essere il primo al mondo ad osare un passo del genere Anderson risponde raccontando tutta la storia “In realtà volevo chiamarlo semplicemente Facebook ma la prima anagrafe di San Paolo dove sono stato me lo ha impedito perché era un nome straniero”. Da “Facebook” a “Facebookson” il passaggio però appare più complicato. “Anche Facebookson è straniero ma nella seconda anagrafe me lo hanno accettato senza problemi” racconta il ragazzo.
Come se in fondo l’unico problema fosse la copia pedissequa del celebre marchio divenuto famoso nel mondo e non la stranezza del nome. E così con “Facebookson” adesso sono tutti felici, l’anagrafe, i genitori, probabilmente Zuckeberg che non si trova niente di contraffatto. Un po’ meno forse il bambino che, suo malgrado, per tutta la vita sarà costretto a ricordarsi di Facebook. Anche tra 50 anni, quando il social network che sta facendo impazzire il Brasile (e i suoi genitori) magari non esisterà più.
Un omaggio alla piazza “virtuale” che ha reso possibile il magico incontro, certo, ma anche una fotografia reale delle relazioni ai tempi dei social network. “Internet per noi è stato uno strumento meraviglioso - spiega adesso il giovane neopapà di professore motoboy mentre contempla estasiato il bambino e la moglie - il minimo che potessimo fare era chiamarlo così”.
E a chi gli chiede se è consapevole di essere il primo al mondo ad osare un passo del genere Anderson risponde raccontando tutta la storia “In realtà volevo chiamarlo semplicemente Facebook ma la prima anagrafe di San Paolo dove sono stato me lo ha impedito perché era un nome straniero”. Da “Facebook” a “Facebookson” il passaggio però appare più complicato. “Anche Facebookson è straniero ma nella seconda anagrafe me lo hanno accettato senza problemi” racconta il ragazzo.
Come se in fondo l’unico problema fosse la copia pedissequa del celebre marchio divenuto famoso nel mondo e non la stranezza del nome. E così con “Facebookson” adesso sono tutti felici, l’anagrafe, i genitori, probabilmente Zuckeberg che non si trova niente di contraffatto. Un po’ meno forse il bambino che, suo malgrado, per tutta la vita sarà costretto a ricordarsi di Facebook. Anche tra 50 anni, quando il social network che sta facendo impazzire il Brasile (e i suoi genitori) magari non esisterà più.